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Donne dell'Antichità  nell'Anfiteatro Romano di Arezzo: Ipazia e Aspasia

29-06-2019 - 06-07-2019

Donne dell’Antichità nell’Anfiteatro Romano di Arezzo: Ipazia e Aspasia è la nuova rassegna teatrale estiva, organizzata grazie alla sinergia tra il Polo Museale della Toscana e il Museo Archeologico Nazionale di Arezzo Gaio Cilnio Mecenate, il Rotary Club Arezzo Est, la Compagnia Teatrale Archeosofica e Munus Arts & Culture.

TEATRO
La rassegna si inaugura il 29 giugno alle 21.30 con  lo spettacolo Ipazia muore male dedicato all’affascinante e bellissima matematica-filosofa del V secolo d.C., crudelmente assassinata dall’intolleranza religiosa, nel clima del “fine Impero Romano”, e  prosegue il 5 e 6 luglio alle 21.30, con l’adattamento teatrale del romanzo Aspasia. Lei guarda spesso il mare in cui rivivono le straordinarie vicende di Aspasia di Mileto (470 a.C .circa – 400 a.C. circa), la  donna che fu per vent’anni compagna e consigliera del grande statista ateniese Pericle.

Ipazia muore male: scritto e diretto da Alessandro Bandecchi, ricongiunge il passato a temi di grande attualità narrando la crisi del sistema politico-giuridico dell’Impero Romano del V sec. d.C. esasperata dalle pressioni migratorie, dai conflitti tra integralismi religiosi, dalle relative eresie e scismi con spietate lotte interne. Ipazia sostenitrice del Libero Pensiero laico e fondato sulla ragione diventa il  simbolo da abbattere con la massima ed esemplare crudeltà nella prima sanguinosa “crociata” in difesa della tradizione. Tutti i personaggi dello spettacolo rivivono in scena attraverso le parole delle  fonti originali dei più grandi autori del passato: Socrate Scolastico, Damascio, Filostorgio, Giovanni Malala, Sinesio di Cirene, Giovanni di Nikiu, Lessico di Suida, abilmente composte insieme ai testi contemporanei e ai contributi del fondamentale saggio di Silvia Ronchey su Ipazia e alle preziose ricerche di Luciano Canfora e Umberto Eco.

Aspasia. Lei guarda spesso il mare: diretto da Alessandro Boncompagni, è l’adattamento teatrale  dell’omonimo romanzo breve scritto da sette donne, autrici e amiche, accomunate dalla passione per la scrittura e per l’antica Grecia. Il testo snello, poetico, articolato in quadri non necessariamente cronologicamente progressivi diventa uno spettacolo corale, con 20 attrici e 5 attori e una colonna sonora appositamente creata dal giovane compositore romano Davide Parola. I personaggi originali del testo letterario si moltiplicano nella versione per la scena per dare voce, movimento e intensità  all’intera narrazione. Diventano personaggi anche le stesse autrici per raccontare il percorso ideativo e la loro scelta narrativa. La forte e complessa personalità di Aspasia è affidata all’interpretazione di più attrici che si alterneranno e si sovrapporranno quasi a voler suggerire alla spettatrice e allo spettatore di oggi che le “qualità” interiori e culturali dell’Aspasia del V secolo a.C. appartengono in potenza a ciascuna donna contemporanea e possono oggi continuare ad essere riscoperte e coltivate.

VISITE TEMATICHE, INCONTRI E PRESENTAZIONI EDITORIALI
Il programma si completa con visite guidate tematiche al Museo Archeologico Nazionale, presentazioni editoriali e incontri di approfondimento storico che consentiranno di conoscere le due figure femminili protagoniste della rassegna prima della messa in scena degli spettacoli.

Il 21 giugno alle 17.30, Maria Gatto, direttrice del museo insieme al regista Alessandro Bandecchi e al Presidente del Rotary Paolo Mattesini introducono e presentano Trailer su Ipazia con note a margine in un dialogo contrappuntato dalle interpretazioni di brani dello spettacolo degli attori della compagnia.

Il 6 luglio il programma prevede alle 15.30 una visita guidata al Museo e all’Anfiteatro curata dalla direttrice Maria Gatto e alle 17:30 la conferenza di Sandra Beronesi L’amore nell’antica Grecia: Pericle e Aspasia, seguita dalla presentazione del romanzo Lei guarda spesso il mare: Aspasia (Bastogi editore), di Banchi B., Beronesi S., Geppetti S., Petrucci C., Raffaelli I., Savasta C., Taliani L.

 

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