Mostre

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Caravaggio. La Cappella Contarelli

Museo Nazionale di Palazzo Venezia - Roma

Parallelamente alla mostra Caravaggio. La Bottega del Genio, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Entnoantropologico e per il Polo Museale della città di Roma, diretta da Rossella Vodret, ha presentato nell’ex-Refettorio di Palazzo Venezia un'esposizione che ha svelato ulteriori misteri che si celano dentro ai dipinti realizzati dal genio di Caravaggio. Caravaggio. La Cappella Contarelli ha presentato le straordinarie scoperte relative alle tele dipinte dal Merisi nella cappella Contarelli, situata all'interno della chiesa di San Luigi dei francesi a Roma.
L’iniziativa è nata dalle nuove indagini diagnostiche che sono state eseguite recentemente sui tre dipinti, Martirio di san Matteo, Chiamata di San Matteo, San Matteo e l’angelo. Questa campagna di studi è stata promossa dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del IV centenario della morte di Caravaggio ed è inserita in un più ampio progetto di ricerca finalizzato alla pubblicazione di un volume dedicato alla tecnica delle opere del grande maestro conservate a Roma.
Era il lontano 1951 quando furono eseguite dall’Istituto Centrale del Restauro le prime radiografie dei dipinti. Sul Martirio di san Matteo fu svelata la presenza di una prima versione completamente differente, che mostrava le scelte e le difficoltà compositive di Caravaggio alle prese con la sua prima opera pubblica nel 1599.
Le nuove ricerche hanno affrontato i tre dipinti esaminandoli con tecnologie innovative di Radiografia su supporto digitale, Riflettografia infrarossa e Analisi delle fluorescenza dei raggi X (XRF). Nell’occasione, l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (ISCR) ha provveduto alla verifica dello stato di conservazione - rivelatosi ottimale - e alla spolveratura dei dipinti, consentendo una preziosa nuova campagna di documentazione fotografica. 
I risultati hanno straordinariamente arricchito le conoscenze della tecnica esecutiva e compositiva del Merisi, che si rivela pittore capace di trasporre idee prospettiche del repertorio rinascimentale e di organizzare “geometricamente” lo spazio delle sue tele.
L’Incisione Prevedari (1481), tratta da un disegno prospettico di Donato Bramante, viene utilizzata per la realizzazione dell’architettura nella prima versione del Martirio di San Matteo.
Le inedite tracce di compasso rilevate nello sfondo della Chiamata di San Matteo segnano i punti di misura per una partizione della superficie e fissano la linea d’orizzonte e le scansioni verticali della scena, secondo equilibri che rispecchiano i proporzionamenti regolati dalla sezione aurea.
La qualità e l’alta risoluzione delle immagini multispettrali hanno permesso una fedele e precisa ricostruzione del percorso travagliato che ha condotto Caravaggio a elaborare compiutamente una prima redazione del Martirio, per poi abbandonarla in favore del racconto drammatico e incalzante della versione ora sulla parete destra della cappella.
La pala d’altare, dipinta circa due anni dopo (1602), ha rivelato il fare pittorico di un maestro già maturo che riprende “davanti del naturale” i suoi modelli, incidendo tutto intorno i loro profili sulla mestica, anche in corrispondenza delle parti che non verranno dipinte, come la gamba destra dell’angelo.
Si è voluto presentare ad un vasto pubblico questi risultati ancora inediti, costituiti di immagini straordinarie e generalmente accessibili solo a un pubblico di specialisti.
La mostra - ideata da Rossella Vodret e curata da Marco Cardinali e Maria Beatrice De Ruggieri - ha ricostruito nell’ex Refettorio di Palazzo Venezia un ambiente reso suggestivo dalle grandi riproduzioni fotografiche dei dipinti, che hanno offerto l’occasione di osservare da vicino i dettagli normalmente non leggibili nella penombra della cappella. Una postazione interattiva ha condotto i visitatori nel viaggio impossibile attraverso gli strati della pittura e i tempi della creazione. E' stato possibile navigare nei dettagli delle superfici dipinte e di sfogliarle attraverso le riflettografie all’infrarosso e le radiografie. Un video di circa 30 minuti, proiettato su un ampio schermo largo 5 metri, ha raccontato attraverso le voci dei protagonisti del passato e del presente, le vicende – anch’esse speciali – che accompagnarono la storia della cappella fin dalle sue origini.

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